di Roberto Bonini
candidato al Consiglio comunale ed alla quarta e quinta circoscrizione con “Cambiamo Trieste”
Siamo alla fine di una campagna elettorale secondo me dominata da una dialettica per molti aspetti violenta. Non avversari all’interno della competizione elettorale, ma nemici da combattere. Ecco, questa non è stata la nostra campagna elettorale e non sarà mail il nostro modo di fare politica. Ci poniamo, come obiettivo, il “fare” concretamente, le vuote chiacchiere o, peggio, l’insulto e la violenza lo lasciamo agli altri.
Nella concretezza della cosa, il primo punto del nostro programma è incentrato sulla famiglia, come cellula fondante della società, vogliamo attivare tutte quelle iniziative di competenza comunale, che permettano un equilibrio fra i tempi di vita dei genitori e dei bambini. Il che vuol dire orari flessibili degli asili, rimodulazione degli orari dei trasporti pubblici, o ad esempio, la possibilità del biglietto “familiare” per il trasporto sui mezzi pubblici (come avviene in tante città europee), una rimodulazione seria delle tasse comunali secondo coefficienti familiari, un ampliamento dell’offerta scolastica soprattutto quella infantile. Aderiamo, come lista inoltre, al manifesto dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose “Proposte per una città a misura di famiglia” e ci impegniamo fin da ora a mettere in pratica le misure proposte che siano di competenza del comune. A Trieste abbiamo più di 1000 famiglie numerose, queste famiglie, ma tutte le famiglie, meritano di essere sostenute, perché senza figli non c’è futuro, lavoro, pensioni. E questa città ha tanto bisogno di futuro.
Un ultima cosa: prima ho accennato ad una politica fatta di dialogo fra avversari, credo ci sia bisogno oltre a questo, a fronte del lavoro che ci troviamo a dover affrontare, anche di un’altra cosa: di competenza. Dopo una stagione in cui anche la politica nazionale ha sperimentato il fallimento della “fantasia al potere”, in Cambiamo ho trovato tante persone competenti pronte a mettersi a disposizione della collettività. Meritiamo di provarci.
Concludo, Trieste è davvero al centro dell’Europa, è un crocevia di cultura e razze e di religioni, non esiste il triestino “patoco”… se vedo anche semplicemente alla mia famiglia, mia madre è istriana, mio padre è toscano, mia moglie è siciliana, la moglie di mio fratello è slovena e parla con lui in inglese e con mia madre in croato… e credo che questo sia una situazione che si può vedere in tante famiglie triestine. Siamo al centro dell’Europa, abbiamo davvero tutte le condizioni per un futuro al rilancio.
Buon voto a tutti.